Dopo aver ricevuto il mandato Fidei Donum dal Vescovo Gino Reali, il 2 Dicembre 2000 Don Federico Tartaglia è atterrato per la prima volta in Malawi.
Da quel giorno tante vite sono cambiate: quelle dei suoi amici, parenti, parrocchiani, sacerdoti e fedeli che hanno avuto la fortuna di andare a trovarlo e quelle di coloro che lo hanno accolto come un fratello, anzi di più… come un padre!
In tutti questi anni, grazie al mandato missionario e al carisma di Don Federico, sono oltre 150 le persone che hanno avuto il dono d calpestare la terra rossa del cuore caldo dell’Africa.
Dopo 20 anni, Don Federico ha desiderato radunare tutti e, data l’impossibilità di vederci personalmente a causa della pandemia, è stata organizzata una grande riunione sulla piattaforma Zoom.
Hanno risposto con molto piacere e gioia tantissime persone: durante la serata siamo state anche 65 persone collegate contemporaneamente!
Man mano che si connettevano gli invitati, è stato emozionante osservare i loro sguardi di felicità e stupore nel rivedere i loro storici compagni di viaggio: alcuni si sono salutati caldamente, altri hanno dovuto prima riconoscersi… altri si sono anche commossi… alla fine vale per tutti la stessa “regola”: con i fratelli e le sorelle di missione si resterà legati e uniti per sempre da una magia che solo il Cuore Caldo dell’Africa sa donare e mantenere intatta nel tempo e nei luoghi!
Alcuni si sono collegati da Roma e provincia, altri da Milano, Vicenza, dalla Francia, dalla Namibia… in questi anni le strade si sono diramate, ma il legame al Malawi è in grado di far sparire ogni tipo di distanza e di permettere di far sentire unite anche persone che non si sono mai incontrate: una possibilità unica che si incontra solo su un cammino cattolico e missionario.
INTRODUZIONE
Don Federico ha aperto la serata leggendo la seconda parte del suo libro “Una volta me ne ero andato”, dove descrive il suo arrivo in Africa il 2 dicembre del 2000, raccontando i dubbi, le paure, le prime impressioni… e non ha potuto fare a meno di ricordare Padre Bruno, Sandro, Padre Maggiani, Vescovo Assolari e Bambo Andrew.
I primi che Don Federico ha invitato a parlare sono stati i suoi genitori: Anna e Bruno, sempre presenti in ogni occasione, sempre in prima linea quando si tratta di adoperarsi per gli altri e con gli altri… e che hanno seguito il figlio fino in Africa. Inizialmente ci hanno raccontato le normali preoccupazioni e il dispiacere che hanno provato prima della partenza di Don Federico, ma poi il loro discorso si è incentrato su un ringraziamento speciale al figlio, per aver permesso loro di conoscere l’Africa! La sorella Maria, anche lei partita per il Malawi più volte, si è dichiarata orgogliosa per la scelta della partenza e ha confidato che in cuor suo aveva sempre saputo che un giorno sarebbe andato in missione…: “Ti ho visto molto uomo, molto vero in Africa… Il tuo grande talento anche se non ci sei ci sei!”
LA PRIMA ORA
A seguire hanno parlato le fondamenta, coloro che insieme a Don Federico, hanno gettato delle forti e solide basi dando la possibilità a molti, negli anni successivi, di realizzare il sogno di andare in Africa: il gruppo de “La prima ora” il primo gruppo sceso in Malawi.
Ha iniziato Demetrio, che ha descritto l’incontro con Don Federico come l’incontro che gli ha segnato la vita: “Grazie per avermi accompagnato… Hai testimoniato il Vangelo in terra d’Africa… Abbiamo iniziato insieme a pensare l’Utawaleza e l’Eremo, una chiesetta fatta tutta in sassi con pietre che andavamo a prendere sulle montagne (nata dalla forza che Don Federico ha trovato in un pellegrinaggio ad Assisi)… Demetrio prosegue: “Io ti devo gran parte della mia gioia e della mia vita!” e conclude “Gran parte dell’Africa è negli incontri!”.
Poi ha preso la parola Sonia, dicendo: “A Ceri durante la veglia missionaria una frase mi ha colpita e porterò sempre con me: i Martiri missionari sono il filo invisibile tra la terra e il cielo. Don Federico, tu sei stato il filo visibile e la possibilità per noi di conoscere i fratelli africani… È la cosa più grande che hai donato a molti di noi!”.
A seguire, dopo l’apertura molto sentimentale, Daniela ci ha mostrato un power point.
Ci ha raccontato che Don Federico aveva detto loro che dovevano essere come dei pionieri che andavano incontro a delusioni forti, ma che dovevano resistere… e che dovevano accendere il fuoco che era sotto le ceneri… Di entrare rispettosamente in Africa: in punta di piedi, non provando a cambiare le cose come vogliamo noi occidentali.
Fulvia ci ha presentato nel dettaglio il progetto Utawaleza mostrandoci le foto dei primi mattoni poggiati su quel terreno che anni dopo abbiamo tutti visitato!
Daniele, l’agronomo agronomo coraggioso, ci ha ricordato che tutti sono utili e nessuno è indispensabile, ma che, a distanza di anni, si è reso conto che tutti siamo stati indispensabili per far diventare questa esperienza unica. Daniele ci ha confidato che l’esperienza stata bella, ma anche particolarmente dura e ci ha letto una riflessione tratta dal suo epistolario scritto nei due anni trascorsi in Malawi.
Anche la testimonianza di Simona inizia con la lettura di una parte del libro di Daniele “Mercenario dello sviluppo” e ci descrive la sua esperienza in Africa come dei ricordi di una realtà rovesciata rispetto a tutto quello che noi siamo abituati a vivere: una realtà che ha le radici esposte, a portata di mano. Riprende le parole di Daniele, quando ha affermato che l’Africa è il posto il cui il confine tra uomo e animale è molto sottile, ma che è ancora più sottile quello tra uomo e Dio. Simona ha aggiunto che è molto sottile anche il confine tra la persona e le proprie radici e che forse è questo dell’Africa che ci affascina, ma allo stesso tempo ci fa paura o che a volte ci fa arrabbiare.
Arriviamo nel 2003 -2004 e Ambra e Francesca ci descrivano la costruzione dell’asilo di Koche.
All’inizio hanno svolto un corso di aggiornamento per le maestre, durante il quale hanno avuto l’opportunità di costruire un rapporto con delle donne fantastiche, che avevano deciso di occuparsi dell’infanzia, cosa molto rara ed una delle problematiche principali in Africa.
Con immensa soddisfazione ci hanno raccontato di essere riuscite a far entrare un bambino disabile nell’asilo, facendolo accettare alle maestre, permettendo l’inserimento e l’integrazione all’interno della comunità.
Dei loro periodi in Malawi i ricordi più vivi sono dei visi delle persone, dell’affetto ricambiato e di un amore smisurato per i bambini che ti corrono incontro chiedendoti… niente!
È sempre stato un grande piacere andare in Malawi… è stato un vedere e dare, ma soprattutto è sempre stato un ritorno indietro a livello enorme.
Barbara ci ricorda che la bellezza di quando si sta insieme la sera, si condivide il vissuto della giornata e ci si confronta… e come non pensare al favoloso tramonto al Makokola?
A concludere questo “giro” c’è stata la testimonianza di Don Paolo che con Don Feerico hanno raccontato la costruzione delle Chiese nella Diocesi di Mangochi, dando vita alle comunità.
IL NOSTRO MALAWI
Nel 2006 possiamo dire che si è aperta una nuova ala del gruppo: Daniel e Serena ci raccontano che al ritorno di Don Paolo, inizia l’esperienza della Diocesi Porto-Santa Rufina in Malawi, grazie ad una proposta della Caritas diocesana di fare campo lavoro in Africa. Don Emanuele ci ha appoggiato e incoraggiati e anche Suor Piera ha dato un prezioso contributo alla preparazione del gruppo che ha raccolto i frutti di un seme lanciato con la lettera di Don Federico, dove c’era scritto: “Perché non venite a fare qualcosa con i bambini?”.
L’esperienza vissuta in Malawi è stata riportata in Italia, con testimonianze all’interno delle scuole e nelle parrocchie, grazie al supporto di due sacerdoti traghettatori: Don Emanuele e padre Federico Pirozzi (che ricordiamo tutti con profondo affetto).
Così nel 2007 arriva la prima esperienza del Gr. Est. (gruppo estivo), che nasce con lo scopo di formare attraverso il gioco, il canto, il teatro e lo sport, tra i 500 e i 600 bambini, che altrimenti dopo la scuola rischiavano di essere lasciati per strada. Questa esperienza ha portato frutti con il tempo: il Gr.Est. si è ripetuto ininterrottamente ogni anno fino all’estate del 2016. Il ricordo più intenso di Elisa è il piede nudo il bambino malawiano a contatto con la terra e conclude dicendo che gli occhi hanno bisogno di scrutare, percepire e mantenere tutto vivo nella propria mente.
Don Emanuele ci ricorda che l’Africa (e tutta la rete che si è creata intorno) ha permesso di stringere relazioni e vivere incontri per i quali possiamo solo dire grazie a Dio. Il Malawi è stato motivo di dare corpo alla pastorale diocesana. In molti ci siamo conosciuti e incontrati. Tutt’oggi è ancora un segno forte per la nostra chiesa e non solo.
Gabriella ci ha raccontato del suo primo impatto in Africa: la parola che più rappresenta quel momento è “aggregazione” e dice:” Sono stata una volontaria incosciente e inconsapevole, è stata un’esperienza molto forte. Ho respirato l’aria del dopo guerra che raccontavano i miei nonni.
Laura, che è stata in Africa la prima volta nel 2007… poi non è più andata via: oggi vive in Namibia con la sua famiglia. Anche se lei è arrivata in Malawi in maniera indipendente, senza far parte di un percorso, ha evidenziato che Il pathos che ha ascoltato dai racconti degli altri volontari lei lo ha maturato in altro e ci dice: “L’esperienza in Africa è turbolenta… è amore e odio!”.
Simone ci regala il ricordo della scritta nella chiesa di N’tonda che lo ha molo colpito e che per lui rappresenta «Chifundo ndi choona zidzakomana» («Misericordia e verità si incontreranno»).
Per Fabio il Gr.Est è stata un’esperienza molto importante, perché ha rappresentato il primo passo di un lungo percorso, iniziato prima personalmente, poi vissuto come coppia con Veronica… insieme al lei è proseguito anche in altri posti dell’Africa con una nuova “veste”, ovvero come marito e moglie… oggi questo percorso dona loro una nuova meta: tutta la famiglia si trasferirà tra poco tempo a Betlemme. Veronica dice: “Non è stata tutta farina del nostro sacco… io e Fabio riflettiamo che non siamo noi a decidere quale è la nostra strada… siamo felici di accogliere e seguire la Provvidenza!”.
DAL 2011
Arrivati al giro di boa Cecilia ci racconta brevemente il suo primo viaggio nel 2011, che le ha dato la fortuna di conoscere l’Africa vivendo il primo ritorno di Don Federico in Malawi dopo il suo rientro in Italia.
Il 2011 è un anno importante per tutto il gruppo, in quanto apre una nuova strada: nasce il Vol.Est, il corso di formazione che accompagna nella preparazione dei volontari che desiderano diventare missionari.
Alessia ci ha raccontato anche della sua esperienza da missionaria fidei donum da gennaio 2016, per circa 2 anni e mezzo, durante il quale ha ricordato di essere rimasta particolarmente colpita dalla solitudine… MA per fortuna poi ha potuto condividere questa esperienza con l’arrivo in Malawi di Pizzi, che ormai considera come una sorella e anche lei conferma che ormai sono legate in maniera indissolubile, ma grazie al Malawi si sente come legata anche a tante alte persone…
Alessia ci ha presentato i principali tre progetti che sono ancora in essere nella nostra cara missione di Koche: il sostegno agli studenti, le adozioni dei bambini dell’asilo e gli aiuti all’ospedale.
M’ZOTHEKA
Nella serata sono intervenuti anche John, il protagonista del film “M’Zotheka” (scritto da Don Federico) e il regista del film Roberto Palmerini. Abbiamo visto insieme la scena finale del film, nella quale i bambini cantano… e ci siamo emozionati tanto nel rivedere il caro Bambo Andrew che ci ha accolti e ospitati nella casa parrocchiale costruita da Don Federico… quella che è stata la casa della maggior parte dei volontari che sono stati nella missione di Koche…
GRAZIE!
Inoltre hanno partecipato attivamente anche molti altri volontari che oltre a salutare hanno dato il loro contributo per rendere questa serata insieme davvero speciale… l’elenco è lungo, perdonate se non elenchiamo tutti i nomi, ma vogliamo dire a tutti GRAZIE di cuore per aver partecipato, anche a coloro che hanno seguito senza intervenire, perché sono stati presenti!
Grazie Don Federico per aver ideato questo INCONTRO virtuale, che ha dato modo di conoscere le radici di quello che siamo oggi, ovvero del CMD Porto-Santa Rufina e del gruppo di volontari che ne fanno parte, Il Nostro Malawi.
Ci auguriamo sia stata anche un’occasione speciale per i componenti del gruppo de “La prima ora”… speriamo abbiano potuto constatare che i semini da loro piantati nel lontano Malawi circa 20 anni fa, oggi ancora germogliano e crescono dando frutti sparsi in tutto il mondo, ma uniti da un grande amore: quello per la nostra amata e indimenticabile Africa!
Zikomo!
Potete visualizzare le registrazioni della diretta del 2 dicembre sul canale Youtube del CMD Porto-Santa Rufina (non dimenticatevi di iscrivervi!), ai seguenti link: